I giovani talenti del design supportati dal progetto Discovered di Ahec: oggetti e arredi sostenibili in legno

Alessandra Fumagalli

È sempre bello scoprire cosa i giovani designer hanno in serbo per noi, per noi che amiamo molto le nostre case e che desideriamo diventino sempre più belle, ricche di fascino e non meno funzionali, capaci di adattarsi alle nostre esigenze nel corso del tempo. A dirci cosa i giovani designer hanno in serbo per noi, sono i progetti nati in seno a Discovered, iniziativa promossa da Ahec in partnership con Design Museum. Questa iniziativa può essere scoperta sul portale discovered.global dove lo sviluppo di tutti i progetti può infatti essere seguito da vicino. Quando i progetti diventeranno veri e propri oggetti e mobili tangibili faranno parte di un’esposizione museale a loro dedicata presso il Design Museum di Londra. 

 

 

I giovani designer di Discovered

I giovani designer che partecipano a Discovered sono stati selezionati dagli elenchi annuali dei laureati di Wallpaper e attraverso il network di AHEC. Per sviluppare il loro progetto, sono stati supportati e guidati in modo diretto da alcune tra le più importanti figure professionali del settore come il direttore europeo di Ahec David Venables, il direttore di Ahec per Africa, Medio Oriente, India e Oceania Rod Wiles e designer di fama internazionale del calibro di Tomoko Azumi, Maria Jeglinska, Nathan Yong e Adam Markovitz. Hanno avuto a loro disposizione anche dei validi partner di produzione di Ahec. 

 

Per la realizzazione dei progetti hanno potuto scegliere tra quercia rossa, acero e ciliegio americani, tre specie sostenibili di latifoglia americana. È una iniziativa importante anche dal punto di vista ambientale, che mira anche a sollevare l’attenzione sull’importanza dell’utilizzo del legno nel design e nell’architettura sensibilizzandone il maggiore utilizzo e l’impatto positivo che riceve in termini di benefici e vantaggi sia per la propria salute che per quella del pianeta.

 

I designer sono riusciti a dare vita a oggetti e mobili come risposta alla pandemia e alla situazione che l’isolamento ad essa connessa ha creato. Hanno preso ispirazione dalla loro quotidianità, dai rapporti interpersonali, dalle loro famiglie, dai viaggi creativi che hanno avuto modo di compiere in questo periodo, dalle loro emozioni e sensazioni e sono riusciti a ripensare l’idea di spazio, domestico lavorativo ma anche pubblico. Isolamento, voglia di contatto, comunicazione, forza, natura, desiderio di aria aperta, questi e molti altri sono i temi scesi in campo. 

 

Ecco alcuni esempi dei progetti dei giovani talenti del design

 

Duncan Young ha scelto l’acero duro americano dando vita a quello che possiamo definire un moderno gabinetto della curiosità, che permette anche a coloro che si trovano costretti tra le quattro mura domestiche ad interagire con gli elementi naturali. Caratterizzato da una struttura solida e un ripiano a effetto moiré (ispirato al simbolismo storico del mobile come teatro), il semplice piano ricrea l'effetto di camminare in una radura.

Duncan Young Akin Sketches

Progetto ambizioso anche per Vivienne Wong che sceglie il ciliegio americano per creare un tavolino funzionale e decorativo al contempo che rappresenta la voglia di connessione umana, di vicinanza e intimità. Purtroppo, questi sono elementi di cui tutti hanno sentito la mancanza durante la pandemia pertanto meritano di essere valorizzati quanto più possibile, riportati nelle nostre case e nelle nostre vite. 

Vivienne Wong luxta Me Sketches

 

Sizar Alexis, invece, ha scelto il ciliegio americano per creare un armadietto e una panca solidi e massicci, con forme monolitiche. È un mobile realizzato traendo ispirazione dalle architetture dei bunker, luoghi che fungono da rifugio per sentirsi protetti e al riparo dal mondo. Questo progetto nasce dalle similitudini tra l’infanzia del designer e quella di suo figlio. Sizar, infatti, ha vissuto la guerra in Iraq degli anni ‘80 mentre suo figlio è nato proprio durante la pandemia, entrambi in momenti difficili e sofferti, in cui la casa era l’unico rifugio possibile.

Sizar Alexis sketches

 

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